GALLETTO ARROSTO ALL’ANICE STELLATO
DI Alina Person e Vania della Bidia
Ingredienti
- 2 galletti
- 200g passato di pom
- 1 cucc. anice stellato in polvere
- 1 carota
- 1 gambo sedano
- 1 pizzico di sale
- olio q.b.
- 1 cipolla
- 1 bicchiere vino rosso
- aglio
- alloro e rosmarino
Preparazione
Dividete il galletto in pezzi e raccoglieteli tutti in una ciotola. conditeli con sale, olio, rosmarino, aglio, alloro e anice stellato. lasciate macerare per una mezz’ora.
Trascorso il tempo, rosolate i pezzi in una pentola a fuoco vivo, insieme alla cipolla la carota e il sedano. sfumate con il vino rosso dopo 5/6 minuti. a questo punto unite la passata di pomodoro, un pizzico di sale, qualche foglia di alloro e una stella di anice stellato. Se la passata dovesse essere troppo acida aggiungete anche un cucchiaino di zucchero. Coprite e fate cuocere per circa un’ora e mezza. Il sugo deve diventare denso. Una volta ottenuto un sugo denso, potete metterlo da parte e rosolare solo i pezzi del galletto per ultimare la rosolatura. Una volta pronto, impiattare col sugo messo da parte e dell’insalata.
Bon Appetit!
Abbinamento
Di Vania Della Bidia
Parto con una premessa: l’Anice o Anice Stellato, per qualunque Sommelier che possiate interpellare, è praticamente inabbinabile al Vino… i due si piacciono molto poco. Tuttavia, poiché noi non ci arrendiamo mai, facciamo un tentativo.
Una prima idea potrebbe essere quella di abbinare una Birra. Ad esempio la Zancona del birrificio Amiata (un microbirrificio che si trova alle pendici del monte Amiata, in Toscana), è una Birra prodotta con due qualità di malto e due di segale, semplice e caramellata, ed è essa stessa aromatizzata con anice stellato. E’ una birra ad alta fermentazione, che impiega dei lieviti che si confanno allo stile, rifermentata due volte, la prima in un fermentatore e la seconda in bottiglia. Questo fa sì che possa essere conservata per 12 mesi dall’imbottigliamento a temperatura ambiente (max 28°C) al riparo dalla luce, e che soprattuto non dilati lo stomaco quando viene bevuta. Come tutte le birre artigianali di qualità, è prodotta con le migliori materie prime e con metodi semplici ed antichi.
Il prodotto finale, non pastorizzato, presenta aromi e sapori molto particolari. Fresca, aromatica e beverina!
In alternativa azzarderei un Pigato DOCG un po’ strutturato. Vitigno autoctono della Liguria, originario dell’Antica Grecia, si chiama così dal termine dialettale “pigau”, che significa macchiettato, in riferimento alla puntinatura marrone che appare sugli acini maturi (macchia in ligure si dice proprio piga). Il Pigato è un vino di grande finezza: questa caratteristica è dovuta anche alle terre bianche ricche di calcare in cui cresce. Ha un colore giallo paglierino con riflessi dorati e sprigiona un bouquet di profumi floreali, che richiamano la macchia mediterranea, e sentori di frutta bianca e gialla.