L’abito bianco di Kamala Harris, prima Vicepresidente americana della storia

Bianco. Bianco come un foglio ancora da scrivere. Bianco come una tela su cui imprimere un nuovo segno. Bianco, come l’abito indossato dalla prima vice presidente della Storia, eletta accanto a Joe Biden, 46esimo presidente degli Stati Uniti d’America, Kamala Harris, la quale sceglie un abito di Carolina Herrera, stilista venezuelana ma naturalizzata americana, come omaggio al movimento delle suffragette fondato nel 1869 da Millicent Fawcett volto a chiedere il suffragio femminile.

Non è certo la prima volta, però, che vediamo il potere del vestimento prendere per mano la politica americana; sono infatti “bianche” le scelte degli abiti di Hillary Clinton quando accettò la nomina a presidente e di Geraldine Ferraro, prima candidata donna alla vice presidenza; ed ancora, bianco il completo indossato dal movimento dem di Alexandria Ocasio Cortez la quale, accanto alla sua giovane età, ha portato nella “bianca America” un segnale di rivoluzione non solo culturale ma anche di senso e di significato. Tutto questo se ci mettiamo a ragionare è un chiaro piano di volontà di alzare la voce contro una delle mancanze di diritto paritario con cui ci troviamo a scontrare in ogni parte del mondo e che vede il ruolo della donna celarsi, non per sua diretta volontà, dietro ad un patriarcato e ad un potere “maschio” che, grazie alla Harris, oggi, possiamo ben dire abbia segnato la sua fine. Ci si prospetta una nuova era a livello internazionale perché, si sa, le elezioni americane coinvolgono ogni parte del mondo, e questo, se lo dobbiamo alla vittoria di Biden, ancor di più lo possiamo ergere a caposaldo della vittoria di colei che siamo già abituati a chiamare Kamala, di origini indiane e giamaicane, che, con la sua elezione, è diventata la prima vice Presidente Donna della storia.
“Ogni bambina, ragazza che stasera ci guarda vede che questo è un paese pieno di possibilità. Il nostro paese vi manda un messaggio: sognate con grande ambizione, guidate con cognizione, guardatevi in un modo in cui gli altri potrebbero non vedervi. Noi saremo lì con voi», la parte del discorso che più ha colpito intere generazioni di persone, cittadini del mondo che iniziano nuovamente a vedere all’America come luogo ove i sogni possano davvero realizzarsi, dando per un istante la possibilità di spostare il pensiero e l’angoscia nei confronti di una pandemia globale che sembra non arrestare il suo corso ma mutarsi continuamente, consentendo, quindi, un parallelismo di cambio di visione che mai come oggi ci meritavamo, che mai come ora speravamo accadesse.
“Yes, Joe, we didi it”, “Sì, Joe, lo abbiamo fatto”, ossia, abbiamo vinto, o meglio abbiamo cambiato le regole del mondo intero.
Grazie, Vice Presidente, perché se il domani ci sembra migliore è grazie alla politica che sappiamo metterai in campo: accanto agli invisibili, accanto al mondo lgbt, accanto ai diritti di tutte e tutti coloro che finalmente potranno sentire la loro voce attraverso il suono delle tue parole. Certo, non sarà facile ma ci consentirà di dipingere insieme la tela del nostro nuovo mondo.